Ritrovarsi

Il 25 aprile quest’anno lo abbiamo celebrato ai Monti di Cerveno, in Valcamonica. Nella nostra breve vacanza condivisa è stato fin dall’inizio un ingrediente quasi certo, un po’ come le previsioni di pioggia. Mi son chiesto perché ci tenessi tanto e mi sono accorto che da nove anni è un appuntamento fisso per la nostra famiglia, esattamente da quando è arrivato Ramon: da allora siamo aumentati in partecipazione e abbiamo sempre presenziato al corteo soncinese accompagnato dalla Banda sui luoghi memoria della resistenza.

C’entra l’essere (diventati) genitori, il senso di una responsabilità che con la genitorialità si ancora al presente, in una vita vissuta giorno per giorno ma che per ragioni anagrafiche per forza si proietta verso il futuro. E per fare questo ha bisogno di riscoprire, di tanto in tanto, le radici di un vivere democratico e civile che affondano nel passato.

C’entra il rendere omaggio a chi, 74 anni fa, diede la vita per permettere al nostro paese di uscire da un periodo buio di oppressione, sacrificio che permette a noi di spendere parole in libertà sui social. Ma non basta il celebrare la memoria se questo non trova senso nel presente e al contempo non si proietta nel futuro.

La proiezione nel futuro è negli sguardi attenti dei bambini durante il discorso appassionato della giovane rappresentante dell’ANPI di Brescia e nei loro balli spontanei con le note de I Luf. Balla e fai ballare, dal titolo di un album del gruppo bresciano, assume quindi un doppio significato: impègnati e cerca di coinvolgere chi ti sta vicino nella tua comunità di riferimento, fallo in prima persona ma non rimanere solo, in un’ottica di corresponsabilità; prendi, anche, il bello dell’impegno perché sarà con la bellezza e con la gioia che si sconfiggeranno rancore e odio.

Il senso nel presente sta in questa vacanza disagiata che ha superato ogni aspettativa, dandoci numerosi spunti di riflessione: come la condivisione, pur nella ristrettezza di spazi e tempi, aiuti ad affrontare pure lo scombussolamento che un’accoglienza può dare ad una famiglia; come le risposte non si trovino spesso in zone confortevoli ma in spazi sconosciuti e impervi, ma abitati insieme a qualcun altro che condivide gli stessi sogni, i medesimi obiettivi, e che, come te, si pone in atteggiamento di apertura e ricerca.

Salire in montagna diventa quindi, come fu per i partigiani, non un nascondersi ma un ritrovarsi tutti dalla stessa parte, pur con provenienze e percorsi diversi, tutti con a cura la propria parte nel costruire anche solo un pezzetto di mondo migliore.

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